Olio

1 - Sogno ad occhi aperti

Olio su tavola - anno:2005 - 60x50

Tiene tra le dita una collana di perle, mentre si guarda allo specchio. Lo specchio siamo noi, il nostro sguardo. La figura femminile si ferma un attimo, dimentica il motivo per cui si sta agghindando; esprime un desiderio. Un velo di dolce malinconia scivola sul suo sguardo e trascrive il senso di una bellezza segreta, di un sogno, forse; il tutto circondato dalle lievi e calde cromie di un sapiente pittore che culla i pensieri delle sue figure femminili rivolti all’amore.

2 - Lo specchio

Olio su tavola - anno:2002 - 50x70

L’accurata dimensione narrativa della figura femminile, che si sta preparando per l’entrata in scena, documenta gli ultimi attimi di una vestizione; la donna si sta guardando in uno specchio che non vediamo; si sta sistemando i capelli, ancora non ha finito di comporre il vestito, sontuoso nella forma e accuratamente sotto tono nei colori, ma già accenna al lieve sorriso con cui apparirà ai suoi amici: una dimensione forse un po’ d’antan, ma capace di svelare l’animo di una enigmatica figura femminile.

3 - Roberta

Olio su tavola - anno:2001 - 50x70

Tutta costruita sui bruni e sui viola, questa figura sembra muoversi verso un gruppo di amici; alta, forse un po’ altezzosa, distante pur nello stringersi al gruppo, come avverrà tra un attimo, questa donna rappresenta l’immagine della bellezza che non si lascia cogliere e svelare mai completamente; aperta e disponibile, vuole che un qualcosa rimanga sempre da scoprire. Il tutto narrato con la consueta maestria del miniaturista, che dosa le cromie per dare risalto al bianco candore del corpo, a quel collo modiglianesco, che un aureo collare ricercato come il vestito tiene stretto.

4 - Il profilo di Claudia

Olio su tavola - anno:2003 - 50x42

I grigio-azzurri dello sfondo danno l’idea di un paesaggio collinare in una stagione non definita; su questo paesaggio, appena accennato, rotto nel primo piano da una sorta di muro, si staglia una figura femminile di profilo, costruita sulla delicatezza del collo lungo, ornato da un collare ricercato nel disegno, e sulla dolcezza del gesto della mano sollevata sul petto. Il profilo viene esaltato dal copricapo che sembra voler occultare i capelli per lasciare che il nostro sguardo corra sulla purezza del viso.

5 - Vaso di fiori su un paesaggio collinare

Olio su Tela anno:2004 - 50x60

I fiori sono appena accennati; alcuni, lievemente riversi, annunciano il lento sfiorire, metafora della bellezza. Sullo sfondo, solo un paesaggio collinare, un nucleo di case che si stringono l’una all’altra, gli ondulati pendii a disegnare un linea sul cielo: un’immagine di serenità che è condizione preliminare di ogni immagine che voglia trascrivere una bellezza pacata.

6 - Il volo degli Angeli

Olio su tavola - anno:2004 - 50x60

Si direbbe che l’Autore abbia voluto “staccare” da una decorazione ad affresco settecentesca un volo di Angeli per farcene dono. Poi, osservando attentamente, scopriamo che gli Angeli sono figure femminili che volano nel cielo, una delle quali sembra cadere. La leggerezza festosa del volo non scompare, ma rimane una lieve increspatura nella mente, per una possibile caduta, quasi a segnalare come anche nel più roseo dei tramonti compare sempre qualche nube più scura. In Ciferri, la bellezza vince ogni cosa: ma rimane, a volte, un lieve sussulto.Poi sul retro si scorge una scritta dell'artista: "Omaggio al fantastico Tiepolo"

7 - Vaso con fiori d'autunno

Olio su tavola - anno:2004 - 40x60

Il nostro sguardo cerca la tenerezza in quel mazzo di fiori un po’ scomposto, non equilibrato sull’esatta centralità dell’immagine; ed è forse proprio in questo lievissimo disordine, in questo quasi impercettibile squilibrio che ritroviamo la nostra misura, il bisogno di certezze che non sono mai così salde da essere definitive. E nel vaso autunnale rincorriamo il variare delle cromie, tra i bruni e i rosa dell’ottobre che hanno il sapore di una verità apparente e tuttavia reale, che si dischiude per noi.

8 - Eterno femminino

Olio su tavola - anno:2004 - 40x60

Rubiamo una celebre espressione carducciana per questa figura che si propone perentoriamente al nostro sguardo: è il sicuro proporsi /e imporsi/ della bellezza, consapevole di esserlo. Una figura bella e difficile, semplice nei lineamenti e tuttavia perentoria; anche l’abbigliamento si conforma al modo di proporsi della donna, semplice e tuttavia austero, tutto giocato tra il viola e il nero. L’immagine rinvia mentalmente ad un incanto di bellezza lontana, ormai fissata per sempre dalla memoria collettiva.

9 - La carta da gioco

Olio su tavola - anno:1999 - 100x75

L’immagine recupera la memoria della carta da gioco che indichiamo con il nome di “regina”; le due figure sono ribaltate una contro l’altra, ma il rovesciamento sottolinea anche la duplicità dei colori: ad acqua, e dunque tutti giocati sull’azzurro, i colori della figura posta a sinistra; di fuoco quelli della figura posta a destra, e tutti giocati sul rosso. Si aggiungano le due presenze del Sole e della Luna, cui fa da contraltare la scompigliata bellezza del fuoco contro la più calma, più spirituale in una certa misura, la bellezza dell’acqua. L’artista fa risaltare le sue qualità coloristiche, il sapiente uso delle diverse tonalità; e sullo sfondo, nella memoria del lettore, rimane lo stupore per l’intatta bellezza.

10 - Afrodite

Olio su tavola - anno:2000 - 80x40

La Dea dell’Amore che il pittore mette in scena si distacca notevolmente dal mondo greco ed ellenistico da cui abbiamo tratto la sua storia e la sua effigie; l’Afrodite di Ciferri, anche nei riferimenti alla vegetazione, viene dalle più moderne immagini di Gauguin; si propone, vestita (con un pareo?) e in una certa misura abbracciata/adorata da un’altra figura femminile, più piccola (più umana, dunque) che abbracciandola e lasciandosi abbracciare sembra porsi, pronta all’amore, sotto la protezione della dea, nata dal mare (Aphros è la spuma dell’onda marina). Una innovazione poetica di un pittore che si è rivolto spesso all’idea di bellezza come faro e riferimento del suo operare artistico.

11 - Angelo

Olio su tavola - anno:2000 - 50x60

L’amore per i mosaici bizantini è una costante stilistica dell’opera di Ciferri; da Bisanzio riletto attraverso Ravenna, dove trascorre la sua infanzia, il pittore lombardo ha tratto la modalità di accostare singole parti, come tessere di un tutto. In quest’opera, l’Angelo sembra voler difendere e cacciare il demone che porta iattura; perché tutto sia felice e splendente, come l’oro che brilla nel giallo dell’iconografia.

12 - L'Arcangelo Gabriele

Olio su tavola - anno:2002 - 40x50

A memoria, il pittore recupera la straordinaria figura dell’Arcangelo Gabriele che il Beato Angelico realizza ad affresco sui muri del Monastero di San Marco, a Firenze, nel 1437. Anziché incrociare le braccia, l’Arcangelo di Ciferri offre alla figura, che non vediamo, della Madre di Dio, un giglio, simbolo di purezza. L’immagine è costruita con il senso della “sacralità”: sono fiori i colori che punteggiano il verde e perfetto prato; è un tappeto rosso quello che fa da sfondo all’Angelo, per separarlo, in una certa misura, dalle cose terrene. Una pittura serena, essenziale, come lo è il gesto dell’Arcangelo che offre un fiore e annuncia l’episodio cristiano che modifica tutta la storia terrena.

13 - Il Palazzo delle storie

Olio su tavola - anno:2005 - 40x50

Il pittore dipinge a memoria un palazzo, che non è reale ma costituisce la sintesi di tanti palazzi; non un palazzo specifico, ma prende forma l’idea stessa di palazzo nobiliare urbano;un rifermento, forse a Palazzo Ciloga in piazza Tebaldo Brusato, un luogo magico, dove tutto è già avvenuto o tutto può avvenire. Gianmaria, nei colori e nei rinvii colti (citazioni), è attento a fissare lo spazio come luogo reale e mentale ad un tempo, pieno di ardite qualità costruttive, ma anche pieno di magie, incanti, possibili visioni: un luogo dove vivere e sognare.

14 - Il palazzo nel parco

Olio su tavola - anno:1998 - 50x68

Il palazzo dipinto è il sogno del buon ritiro; la natura rigogliosa, anche se il tempo sembra oscurarsi per un temporale, ordinato lo spazio in cui cresce il palazzo; austero e tuttavia pieno di ritmi interni che rinviano al bosco in cui è collocato. È il luogo del silenzio, forse il luogo mentale della pittura (o della scrittura) in cui l’artista sogna di vivere. Il mondo esterno è lontano: le cromie organizzate esaltano la bellezza della solitudine operosa.

15 - Pensando la Toscana

Olio su tavola - anno:1992 - 50x70

Il borgo isolato, rinserrato come in una stretta che sa di compostezza e di difesa, il lento muoversi del sentiero sterrato, il paesaggio, leggero, di una primavera che ormai ha soppiantato i rigori dell’inverno sono gli elementi che l’artista utilizza per esprimere una realtà tra visione e sogno: ancora una volta il pittore delinea un luogo appartato in cui vivere, un luogo pieno di profumi e dolcezze… quando il vivere e il sognare sembrano coincidere in una sola immagine.

16 - La Concordia

Olio su tavola - anno:2005 - 50x70

La Concordia, unitamente alla Securitas e alla Pax è una virtù civile; e si propone con la certezza del diritto, con l’uguaglianza delle ipotesi individuali; fuse e armoniche come nella figura femminile, simbolica, assoluta. In una posa non ambigua, la Concordia del Maestro eleva solo un ramoscello d’ulivo, facile rinforzo sia alla sua maestà, che alla sicurezza felice con cui si propone al lettore.

17 - Il fiore caduto

Olio su tavola - anno:2002 - 50x70

Con un fondale squadrato dai grigi, il mazzo di rose che fuoriescono dal vaso ci appare come una ventata di profumo. Come sovente accade, il vaso e il mazzo in esso contenuto, è leggermente decentrato; è la via, sottile e magica, attraverso cui la rosa caduta diviene il fulcro della visione; sulla rosa caduta si ferma il nostro occhio. E nella consueta magia compositiva, rigorosa, senza sbavature, Gianmaria ci insegna ad osservare ciò che non appare a prima vista: una pagina ad un tempo simbolica e metaforica del nostro essere. Sul retroscena si nota un richiamo della coppa dorata alla Coppa del mondo.

18 - Dialogo

Olio su tela - anno:2003 - 50x70

Un dialogo d’altri tempi; le due figure femminili, fermate in quella bellezza che non si scompone mai, fissate nella purezza di volti che ben si accordano alla serenità dell’ordito pittorico del maestro bresciano, ci appaiono come immagini emerse dalla memoria, dalla storia, a testimoniare la continuità di un sentimento e di un’emozione. Per Ciferri, per la sua pittura, l’inno alla bellezza è una sorta di accordo sotterraneo, sempre vitale.

19 - Dante

Olio su tavola - anno:2000 - 50x70

È l’immagine quasi convenzionale del padre della nostra lingua. Coronato d’alloro, intento a leggere un libro, protetto da una figura aurea di grande elmo, Dante viene a noi dalla storia in quella posa che lo rende riconoscibile al nostro sguardo. È un mondo poetico da cui proviene una parte importante della nostra storia letteraria, racchiuso nella nitida dimensione di un’immagine fuori dal tempo. L'opera faceva parte di coppia con il ritratto di Beatrice.

Disegno

"Caro Ciferri, mi pare che Lei conosca a perfezione, forse senza rendersene conto, il sottile diletto dell'intarsio sia pure attraverso il pennello; la delicata intelligenza della Sua arte se ne avvantaggia felicemente."
VIRGILIO LILLI Venezia 1970

Il disegno è parte integrante nell’opera di Gianmaria Ciferri. Quando, come pittore, non era ancora conosciuto, ha lavorato a lungo come disegnatore; molte le committenze, ma vale la pena di ricordare almeno il gruppo editoriale di La Scuola di Brescia, con volumetti specifici, disegni su testi scolastici e su riviste.

Nell’artista rimane sicuramente una memoria del lontano disegnatore; certamente la componente didascalica è venuta meno; rimane il gusto raffinato, la memoria dei disegni studiati, il senso narrativo, cui Gianmaria sa aggiungere la suggestione evocativa. Si tratta, per lo più, di figure femminili; figure che vengono dal suo immaginario, da quell’eterno femminino regale che della sua pittura è sempre stato il carattere.

La narratività è parte della sua vicenda artistica; rientra in quest’ambito lo sguardo assente della sua protagonista, fissato a volte verso un “Oltre” che non conosciamo; rientra nel processo disegnativo la cercata distanza tra la figura e il lettore. In questa luce, Gianmaria elabora segni diversi, a volte un moltiplicarsi del tratto minuto, a volte il distendersi del segno lineare, senza sbavature. E a noi lettori Ciferri trasmette il senso di una bellezza non raggiungibile, collocata in alto, nel mondo dei sogni, dei desideri anche. Collocato nella cultura che ha realizzato se stessa attraverso un gusto raffinato, il disegno rappresenta l’offerta di un pittore che, bambino, si fermava ammirato e incantato, ad osservare, con il naso all’insù, i mosaici di Ravenna.

20 - Monica

Grafite su carta - anno:1987 - 35x45

Come spesso accade nei suoi disegni, il maestro bresciano nella ritrattistica accenna a volte ad un gesto; in questa grafite, è la ritrosia della mano che sfiora le labbra a dare un senso al racconto; il gesto esprime una sorta di pensiero trattenuto. Il pittore accompagna questa ritrosia e la interpreta attraverso un attento uso dello sfumato, che rende più tattile e ad un tempo più vago il ritratto; e la figura appare fissata nell’incertezza che la rende più umana: una bellezza “celeste” discesa in terra.

21 - Un fiore in mano

Grafite su carta - anno:1982 - 55x75

Raffinato. Il disegno che Ciferri porta in campo la consueta abilità grafica; minuzioso, attento al segno e alla coerenza dei segni, l’artista ripercorre il profilo di una figura che si declina con l’ideale di bellezza che ha utilizzato per tutta la vita. La fanciulla, collo lungo segnato da un collier di perle, si caratterizza con un cappello che è la magia di forme occasionali, morbide e vaporose; esse dialogano con le stesse forme del vestito: è l’enigma della bellezza.

22 - Al bagno

China su carta - anno:1995 - 30x40

Si tiene il capello leggermente rinserrato sul capo, più per un vezzo che per un improbabile vento. Disegnata con il rigore e la fermezza del segno che non ammette correzioni e ripensamenti, la figura femminile guarda un “oltre” che non vediamo; ella appare circondata attraverso uno sfondo ideale, un’aiuola con alcuni alberi dal sapore esotico.

23 - Lo specchio

Guazzo su carta - anno:1980 - 33x48

Raffinato. Il disegno che Ciferri porta in campo la consueta abilità grafica; minuzioso, attento al segno e alla coerenza dei segni, l’artista ripercorre il profilo di una figura che si declina con l’ideale di bellezza che ha utilizzato per tutta la vita. La fanciulla, collo lungo segnato da un collier di perle, si caratterizza con un cappello che è la magia di forme occasionali, morbide e vaporose; esse dialogano con le stesse forme del vestito: è l’enigma della bellezza.

24 - Incontro

Grafite su carta - anno:1987 - 55x75

Si riconosce appena attraverso lo sguardo dell’occhio e per la mano che sembra accarezzare il volto della figura in primo piano: è la figura nascosta, è l’altra figura, che appena cogliamo a riportarci, seguendo il suo gesto, al ritratto di profilo, centrale. La donna appare indifferente all’incontro di cui non conosciamo nulla. Il lettore, in questo specchio appannato di un racconto misterioso, non può che “perdersi” nella straordinaria abilità grafica, che fa emergere, quasi da una nube, i due volti, l’uno, centrale, ma di profilo, e l’altro, appena accennato, lasciato all’immaginario del lettore: quasi un invito a sognare.

25 - Bruna

Matita su carta - anno:1984 - 35x48

Il disegno appare ricavato da un lato da una figura reale, ma, più che in posa, a memoria, e dall’altro fissata con lo sguardo all’ultimo Ottocento. Preziosa grafite, l’immagine appare come documento di una prova materiale di un modello “altro”, più realistico e “verista”. Il maestro ripercorre con il suo segno, il volto di una persona conosciuta, riportata alla “misura” del suo stile attraverso alcuni elementi, come il collare, o come il rapido accenno alle spalle. Il leggero sorriso della giovane donna ha la malizia accresciuta del ciuffo “cercato e ribelle” che ricade sulla fronte: è il ritratto appassionato di una figura conosciuta, che l’artista a memoria rincorre.

26 - Omaggio a Modigliani

China su carta - anno:1994 - 50x70

L’immagine è tutta giocata sulla cavità nera degli occhi, due “mandorle” che sottolineano la linearità del naso e del volto allungati. Un semplice gesto, il sistemarsi lieve di una ciocca di capelli con la mano sinistra, trascina lo sguardo verso una chioma segnata da mèches più chiare. Graficamente, il gesto della mano viene equilibrato dalla ricchezza di dettagli dell’abito, che si valorizza nella spalla destra, in cui il vestito risalta in una dimensione piena di armonizzate cromie, trasformando per questa via il bianco e nero della china in una raffigurazione che allude a cromie im-possibili.

27 - Giovane inglese

China su carta - anno:1993 - 38x55

Raffinato. Il disegno che Ciferri porta in campo la consueta abilità grafica; minuzioso, attento al segno e alla coerenza dei segni, l’artista ripercorre il profilo di una figura che si declina con l’ideale di bellezza che ha utilizzato per tutta la vita. La fanciulla, collo lungo segnato da un collier di perle, si caratterizza con un cappello che è la magia di forme occasionali, morbide e vaporose; esse dialogano con le stesse forme del vestito: è l’enigma della bellezza.