Art Ciferri


Biografia
Biografia

Armando Ciferri


Un approdo inevitabile
armando giovane

L’accostamento all’arte per Armando Ciferri inizia alla fine degli anni sessanta/inizio anni settanta attraverso la mediazione di uno studio pubblicitario bresciano, quello di Luciano Salodini, posto di fronte alla Stazione ferroviaria. Armando entra nello studio, mentre è iscritto e frequenta, ma confessa: “senza grandi risultati”, la allora “mitica” Università di Sociologia di Trento: “Con me, a Trento”, afferma, “amici di un periodo importante, da Beppe Joannes ad Antonio Parinetto; e siamo ancora amici”.

La pubblicità è, ad un tempo, un lavoro progettuale e un’arte mentale, investendo immagine, fotografia, parole. Armando rimane alcuni anni nello studio di Salodini; il lavoro in campo grafico è uno stimolo che sollecita diverse potenzialità; ma dopo pochi anni, di fronte allo studio di Luciano, il giovanissimo Armando trova uno spazio non occupato e apre una galleria d’arte. L’arte è un motore importante all’inizio degli anni settanta: Armando ricorda che, nonostante fosse al IV piano, la galleria era molto frequentata; i visitatori suonavano il campanello per andare a vedere opere di pittura e scultura.

Il giovane gallerista deriva il nome dal numero civico: “Galleria 23”; e abbandona quasi subito l’Università. Siamo nel momento chiave della sua vicenda; sia pure a livelli differenti, ogni produzione artistica trova il suo pubblico e la galleria “della stazione” apre le porte a numerosi artisti, ma il padre Gianmaria non esporrà mai in quei locali.

Dopo pochi anni di attività come gallerista, Armando apre la sua seconda galleria, “ Il segno contemporaneo”. Si tratta di uno spazio in centro, articolato in via Paganora al I piano, sotto i portici più frequentati della nostra città. Il nuovo spazio si inaugura con la mostra di un pittore amico, Walter Falconi, artista fiorentino ben noto al pubblico bresciano.

William

Il segno contemporaneo si muove sulla base delle esperienze precedenti; molte mostre provengono dalla Galleria Forni di Bologna. La galleria Ciferri ospita anche la Collezione Roncaglia, con opere “storiche” di Renzo Vespignani. Si tengono numerose personali di autori anche bresciani, da Giuseppe Gallizioli a Paolo Petrò, a Clara Marangoni, da Giovanni Repossi a Giulio Mottinelli a Leonardo Martinazzi ed altri. Da ricordare una straordinaria mostra di Augusto Perez, che apre la stagione dei grandi scultori e la riproposta di opere storiche di grafica di Renzo Vespignani, di cui Armando fu sempre ammiratore e collezionista.

Il segno contemporaneo ha già un suo pubblico che ha accompagnato il gallerista del piazzale della stazione al centro della città; anche il nome di Gianmaria Ciferri entra a buon diritto nella galleria di via Paganora. Per Armando, la pittura del padre è sempre il riferimento essenziale. Nei decenni settanta e ottanta, sulla scia di un successo che si viene consolidando dopo la mostra del 1969, nelle “mitiche” sale dell’Associazione Artisti (in via Gramsci), il nome di Ciferri apre al gallerista le porte dell’intera città. Anche altrove il pittore gode di un vasto prestigio e di un notevole apprezzamento, che diventa il volano per un’affermazione critica e commerciale in numerose città vicine, da Verona a Venezia, da Cremona a Firenze, da Milano a Trieste.

L’intensa stagione della nuova galleria rappresenta il momento decisivo del percorso artistico di Gianmaria pittore: da questo momento la fama del pittore “bresciano” (dove le virgolette segnalano la nascita in un’altra città lombarda, nella mai dimenticata Sondrio), si espande fino a superare i confini nazionali verso altre città europee, come Monaco di Baviera, ed altre che saranno meglio elencate nella prossima biografia dell'artista Gianmaria.

armando venezia

Difficile non sottolineare i successi veneziani: ogni anno, a settembre, nella Galleria di Campo Santo Stefano, Gianmaria espone nella galleria diretta da Uccia Zamberlan ed Aristide Ballista dal dopo guerra di fronte alla statua di Niccolò Tommaseo.
Il padre di Uccia era stato uno dei primi mercanti di Giorgio de Chirico e dalle mostre di Venezia nacque l’amicizia di Gianmaria con l’importante artista a cui il bresciano dedicò un ritratto.
Il nume tutelare del settembre veneziano fu il collezionista bresciano William Quilleri, proprietario di sale cinematografiche a Brescia e in altre città, che introdusse l’artista Gianmaria nella stagione della Mostra nel Cinema con il mondo della Produzione Cinematografica. Mario Cecchi Gori, i produttori di MGM, PARAMOUNT, DISNEY erano di casa alla mostra di settembre di Ciferri.

In queste condizioni favorevoli, Armando compie il salto decisivo: acquista una sua galleria, sempre nel cuore della città, al piano terra di un’abitazione importante che si affaccia su via Trieste, e lega il nuovo spazio al suo stesso nome: all’inizio degli anni novanta nasce la “Galleria Ciferri”.

Anche qui nomi importanti, da Gianfranco Ferroni a Emilio Greco fino all’antologia di Floriano Bodini presentata da Mauro Corradini e dall’onorevole Mino Martinazzoli: sono gli eventi che indicano il peso culturale della galleria e ne confermano il successo.

A fine febbraio, nel 1994, quando Gianmaria ritorna da Corvara, dove trascorre un periodo sulla neve per ossigenarsi, il figlio Armando riceve una nuova, determinante, offerta di lavoro. Dalla Carnival d Miami, la più grande società armatoriale del mondo, giunge una richiesta operativa: 20 quadri di media e grande dimensione per le 20 suites della nuova nave da crociera (al momento la più grande del mondo) che la Carnival sta realizzando presso la Fincantieri di Monfalcone. L’amico comandante si chiama Renato Piovano di Vado Ligure e venne a Brescia per la mostra di un collega pittore, il capitano Spotorno che guarda caso esponeva all’AAB in una sala vicino a Ciferri.

L’incontro con la Carnival è una avventura che sa di fiaba, di esotismo e quasi di magia. La nave per la prima commissione, la più grande in costruzione a metà degli anni novanta, ha un nome non dimenticabile:Destiny ; seguiranno Pride , Spirit , Legend ed altre.

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E l’architetto americano Joe Farcus che seguiva gli arredi della nave (era ancora attivo Ted Arison, che viene poi sostituito dal figlio Micky) sottolineò ad Armando come il nome della nave, Destiny, avrebbe indicato la sua vicenda produttiva e professionale.

Armando non abbandona la galleria di via Trieste: lo spazio rimane fino al primo decennio del nuovo secolo come ufficio, riferimento logistico, studio, magazzino; ma via, via che l’impegno imprenditoriale, come direttore artistico delle attività della Carnival, aumenta, non c’è più tempo per le mostre. La nuova attività è quella di coordinare l’opera di numerosi autori per allestire uno spazio artistico su grandi navi in costruzione. Coordinare il lavoro di tanti autori (un consistente numero di pittori, ceramisti, decoratori, scultori) rappresenta ormai la nuova attività; non più gallerista, Armando si trova ad essere imprenditore e manager.

Il gallerista imprenditore diviene un’impresa nuova: la “Ciferri’s The artistic & architectural furnishing”, una consolidata struttura commerciale, che rende artisticamente caratterizzati gli spazi di tante importanti navi da crociera dalla Carnival, a cui nel frattempo si aggiungono le nuove navi di Costa Crociere su cui Carnival lancia un OPA acquistandola.

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Armando nel 1998 diventa “responsabile dell’arte e rappresentante dell’Armatore” con regolare mandato : da Costa Mediterranea , a Costa Atlantica a Costa Magica per una decina di navi.

Anche quella di rendere più emozionanti gli spazi di una nave è un’attività che unisce gusto e produttività: un meccanismo complesso, come accade in tutte le imprese industriali di rilievo. Armando si impegna, coordina e viaggia, continua a rimanere ancorato al nome del padre, che, insieme ad oltre 40 autori tra cui piace ricordare il bresciano Marco Furri ed Elena Andreescu di Timisoara, che venuta in Italia per studiare all’Accademia di Brera si fermò a Brescia sposando Giampi Albieri collaboratore di Armando fino al termine dell’attività artistica ed amico sempre.

Oggi è venuta meno l’attività artistica per le grandi navi; ma per Armando non viene meno il desiderio di proporre immagini. Rimane legato al nome del padre e agli altri autori che hanno accompagnato la sua esperienza di gallerista. La nuova attività utilizza i più recenti mezzi informatici: un diverso modo per viaggiare con differenti “onde” nelle vie dell’etere.

La scelta delle opere, il sostegno al lavoro di alcuni autori che restano collegati al suo nome, sono i riferimenti del nuovo ciclo della produzione “Ciferri’s” che qui si presenta, aggiornata, di tempo in tempo, con opere nuove o con opere del recente passato riacquistate e riproposte.

Bisogna, al termine di questa storia, ed è doveroso, ricordare il rapporto privilegiato di Armando con il deputato Giacomo Rosini presidente della Federazione Italiana Caccia di cui per anni Armando fu consigliere per gli acquisti artistici, attività culminante con la mostra “Ars Venandi”, sulla mitologia, allestita nella Rocca San Vitale a Fontanellato (Parma) a cura di Mauro Corradini ed Armando Ciferri nel novembre 1999. Doveva fare seguito un costituendo Museo dell’arte della caccia, ma l’improvvisa scomparsa di Giacomo Rosini ne impedì la realizzazione.

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